Architetto Francesco D'Ercole

Lapides cordaque micant

Coffee House

Coffee House di Palazzo Daniele a Gagliano del Capo- Restauro e Consolidamento

I lavori sono su un piccolo edificio a pianta circolare coperto da cupola in muratura sito all’interno di un giardino privato di un palazzo di famiglia, in un comune del capo di Leuca: adibito a coffee house al momento della realizzazione è stato utilizzato per quasi un secolo come locale deposito.
Si tratta di una tipologia edilizia abbastanza comune all’interno dei giardini delle case di campagna, delle ville o dei palazzi nobiliari salentini. Facevano spesso da sfondo ad assi prospettici all’interno dei cosiddetti “giardini chiusi” e degli aranceti.
L’epoca della realizzazione dovrebbe coincidere con quella di tutto il palazzo nel suo complesso, la seconda metà del XIX° secolo, su incarico della famiglia tuttora proprietaria del palazzo. L’immobile non è dotato né di impianto elettrico, né di impianto idrico, né fognante in quanto inutilizzato. Infatti la sua destinazione all’interno del giardino rimane quella di un piccolo edificio realizzato per il “diletto” del proprietario e per il decoro dell’aranceto, simile più ad una scultura, a un ornamento, ad un arricchimento decorativo che ad un edificio vero e proprio. Come si evince dal rilievo geometrico allegato il coffee house si trova a ridosso del muro di confine. In origine aveva quattro ingressi dei quali ne rimane aperto soltanto uno, in parte ridimensionato da una muratura posticcia di tamponamento. Altri due ingressi contrapposti furono probabilmente murati per i dissesti statici verificatesi dopo la costruzione, il quarto che poteva essere utilizzato come accesso dall’esterno fu murato forse quando la via retrostante al giardino, venne alzata come quota di calpestio. Infatti tra il pavimento interno e il marciapiede pubblico oggi esiste un dislivello di circa 1 m. La struttura è a pianta circolare con raggio interno di 1.72 m ed esterno di circa 2.44 m.
Le murature sono in doppio paramento di tufo locale, intonacate internamente ed esternamente. L’altezza interna è di 3.93 m all’imposta e 5.59 in chiave. L’edificio è interessato da un quadro fessurativo di antica formazione, probabilmente di poco successivo alla realizzazione. Infatti è visibile all’esterno, una vecchissima cerchiatura in ferro, posta sotto all’intonaco originario, che fu inserita proprio per contrastare la spinta della cupola sulla muratura circolare.
Il quadro fessurativo è visibile soprattutto all’interno all’intradosso della cupola e sugli archi di tre delle quattro porte di accesso.
Esternamente invece le fessure sono parzialmente visibili, proprio perché con l’intervento di consolidamento le fessure esterne corrispondenti a quelle interne, furono stuccate e intonacate per evitare infiltrazioni e crescita di vegetazione, e così lo sono ancora oggi, malgrado siano passati parecchi decenni, forse anche un secolo dall’intervento di cerchiatura.
Anche la cupola ha subito una deformazione all’estradosso, ma dall’ispezione esterna non sono visibili fessurazioni in quanto l’intonaco esterno sembra intatto.
Tale cerchiatura ha quindi consentito di salvare dal crollo la struttura: oggi probabilmente il ferro è però stato intaccato dalla ruggine e con la riduzione della sezione resistente può aver perso in parte la capacità di contrasto.
Il degrado della cerchiatura ha portato alla caduta di alcune porzioni di intonaco che la proteggevano dall’acqua provocando un accelerazione del fenomeno disgregativo.

INTERVENTI DI PROGETTO

Gli interventi di progetto intendono consolidare la muratura contrastando la spinta della cupola di copertura e sono i seguenti:
All’esterno

  1. Spicconatura di intonaco per una fascia di circa 100 cm a cavallo della vecchia cerchiatura in ferro;
  2. Verifica dello stato della vecchia cerchiatura;
  3. Trattamento antiruggine della vecchia cerchiatura, smontaggio e rimontaggio;
  4. Posa in opera di nuova cerchiatura in ferro posta al di sopra della esistente;
  5. Intonacatura della fascia stonacata con intonaco tradizionale privo di cemento;
  6. Stilatura sottile dei giunti aperti della cornice superiore in pietra leccese di imposta della cupola, con malta di calce e polvere di pietra calcarea con resina acrilica;
  7. Pitturazione a calce con colore simile al resto della colorazione ancora esistente;
  8. Tre perforazioni mm 50 per spinature armate di tre archi lesionati con barre di acciaio ad aderenza migliorata classe tecnica B450C del diametro 22 mm. Successive iniezioni di miscela di biacca cementizia con cemento 325 con additivo antiritiro;
All’interno
  1. Demolizione della muratura di tamponamento dei due archi completamente murati, in quanto tale opera viene intesa come superfetazione snaturante la originaria funzione della struttura edilizia;
  2. Rimozione della muratura in tufo che parzialmente tampona e restringe l’arco principale di accesso, anch’essa superfetazione che snatura l’originario ingresso al coffee house;
  3. Sigillatura delle lesioni degli archi e dell’intradosso della cupola con resina epossidica;
  4. Ripresa dei decori a tempera.

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Prima dei lavori

Durante i lavori

Dopo i lavori